LA STORIA di SAMURAI. Nei primi anni '60, un ristretto numero di appassionati di vela amava sfidarsi nelle acque del Mediterraneo a bordo di splendidi velieri in legno. Era l'epoca dei gloriosi Levantades, Mait li, Mabelle 1 e pochi altri. Un giovane imprenditore genovese deciso a confrontarsi con costoro, anziché farsi trascinare dalle nascenti mode esterofile e rivolgersi agli americani o agli inglesi, incaricò colui che, a ragione, era considerato il più valente progettista e costruttore di barche dei Mediterraneo in questo secolo: Cesare Sangermani senior. Il desiderio era realizzare un racer senza compromessi, veloce, agile, potente e leggero. Il Cantiere Sangermani aveva, pressoché ultimata, una barca che rispondeva perfettamente alle caratteristiche richieste. Fu amore a prima vista. Nel Settembre '62 Samurai fu varato: quasi 19 metri fuori tutto, chiglia rigorosamente lunga, armato a sloop; divenne subito fra i più temibili avversari per gli yachtsmen italiani. Il suo nome profetico, in oltre trentacinque anni, non si è mai smentito. E' ancora oggi un invincibile guerriero. Samurai ha sempre ottenuto risultati lusinghieri, sempre e solamente con equipaggio di amici, appassionati sì, ma ben lungi dall' essere professionisti pagati. Le vittorie negli anni '60 sono state innumerevoli: molte regate della Yacht Club Tigullio e Yacht Club Italiano (le classiche dell'epoca Capraia, Gorgona, Tino), una vittoria in tempo reale nella Giraglia ed il primo raduno organizzato nel 1968 dal Principe Aga Kan per promuovere il neonato insediamento della Costa Smeralda, trofeo che sarebbe poi diventato la Settimana delle Bocche. Erano gli anni in cui la vela era sport seguito da un manipolo di appassionati eppure alcune regate come la Giraglia attiravano già l'attenzione del grande pubblico come fenomeno di costume. Quando nel 1969, per la prima volta nella storia della vela d'altura, il direttore dei Corriere della Sera decise che la Giraglia aveva assunto un'importanza tale da meritare l'articolo sul quotidiano, si rivolse proprio all' armatore del Samurai, quale barca fra le favorite alla vittoria, affinchè imbarcasse l'inviato del suo giornale. A bordo, durante le frenetiche operazioni dell'equipaggio, Giovanni Garassino dettava via radio i suoi pezzi alla redazione di via Solferino. Nel 1970 venne introdotto un nuovo metodo di stazza (dal RORC allo ]OR) che penalizzava notevolmente Samurai e tutte le barche della sua generazione con chigiia classica e slanci pronunciati. I nuovi progetti avevano ora meno slanci, lo specchio di poppa rovesciato, la pinna trapezoidale ed il timone separato in luogo della chiglia lunga. Il legno come materiale di costruzione venne messo da parte per lasciare spazio alle emergenti fibre sintetiche di vetro. Le barche classiche, certamente più belle ma oramai non più competitive, vennero dimenticate, tirate in secco nei piazzali sostituite da quelle della nuova generazione. L'armatore di Samurai, caso forse unico nella storia dello yachting italiano, non volendo separarsi dal suo esemplare di razza, smise di partecipare a regate ma continuò a curare con passione il suo yacht ed a farvi dei diporto con la sua famiglia, trasmettendo ai tre figli maschi l'amore per questo yacht straordinario. Poi avvenne che quindici anni fa, nel golfo di St. Tropez, un moderno Swan sfidò un vecchio 12 metri S.I. Nacque così la Nioulargue. In premio, con un giusto pizzico di understatement, una semplice placca di legno, verniciata in azzurro, con le insegne dello Yacht Club Pampionne: la Florida Cup. Nel 1991 Samurai, rientra nei campi di regata alla Nioulargue con i tre figli nei ruoli chiave, e subito torna a vincere. Quella targa di legno, oggi appesa accanto allo scrittoio del suo armatore, testimonia con ostinata perseveranza, le doti eccezionali di questo sloop imbattibile La Nioulargue, unicamente al Raduno di Imperia ed alle Regates Royales di Cannes, segna l'inizio di una nuova e crescente passione del pubblico e dei media per le regate tra scafi d'epoca. Neppure il mostro sacro della vela francese Eric Tabarly con il suo Pen Duick rinunciava a regatare in queste manifestazioni. Anche nelle acque della città dei Cinema, Samurai su cinque partecipazioni, colleziona tre vittorie assolute e due piazzamenti. A queste si aggiungono le vittorie ottenute a Palma de Majorca (Copa S.A.R. Don Juan de Borbon), alle Voiles d'Antibes ed alla Monaco Classic Week, con la vittoria dei prestigioso Trofeo Grimaldi. Le notevoli performance dell'anno 1999 sono state premiate con la conquista dell' ICYA European Grand Prix - The Spirit of Pen Duick Trophy e con la vittoria di classe del Prada Challenge 1999. Naturalmente l'equipaggio, come da tradizione, è composto solo da amici appassionati. Nel 1999, l'armatore di Samurai ha acquistato, strappandolo all'oblio al quale sembrava destinato, un piccolo gioiello anch'esso costruito dal Cantiere Sangermani: il 6 metri S.I. Valentina. Progettato da Gary Mull e costruito nel 1977, quasi undici metri fuori tutto e scafo verniciato a flatting, dopo oltre due anni di abbandono in un cantiere a Viareggio, Valentina rientra in regata vincendo il 10° Raduno Sangermani organizzato a Portofino dallo Yacht Club Italiano nell'ambito delle Regate di Primavera '99. Anche su Valentina la tradizione dell'equipaggio amatoriale è rispettata: sono i tre fratelli, con tre loro amici, a condurre Valentina alla vittoria.